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Specchi delle Brame è una serata caleidoscopica che raccoglie e riflette le molteplici anime di Uscite di Emergenza Dance Company: la compagnia professionale, il corso di formazione e i percorsi amatoriali si intrecciano in un unico spazio scenico, dando vita a un racconto corale. Attraverso corpi, gesti e visioni, la serata si interroga su identità, desiderio, ambizione e trasformazione, evocando figure femminili iconiche e archetipiche che abitano la memoria collettiva. Ogni quadro è uno specchio che rifrange frammenti di storie, restituendo al pubblico una molteplicità di prospettive sul potere, la fragilità e la complessità dell’esperienza umana. Una danza tra immaginario e realtà, tra mito e materia, che invita a guardarsi e a guardare.

 

Serata:

 

Biancaneve (estratto da Apple After Newton)
Brama di una Favola

Cefeidi (corso amatoriale – La Scatola dell’Arte)
Riflesso di una Star

A Bocca Chiusa (corso amatoriale – Lodi Circus)
Brama di una voce

Kitri’s Wind (corso amatoriale – Artestudiodanza)
Riflesso di una Libertà 

S.A.L.O.M.E.
Brama di Esistere fino all’Estremo


 

SINOSSI: 

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Biancaneve (estratto di Apple After Newton)
Brama di una Favola

Una figura si muove in bilico tra candore e crepa, inseguendo il riflesso di un sogno promesso. La mela non è più inganno, ma desiderio che morde prima ancora di toccare. Favola o ferita, l’incanto si disfa in silenzio, e resta il corpo. In questo solo coreografato da Davide Romeo per Alessandra Messina, la figura di Biancaneve si trasforma in emblema del desiderio di vivere una favola — quella promessa di perfezione, amore e salvezza che affascina e inganna. La mela, simbolo della tentazione, diventa qui metafora della brama stessa

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approfondimento: Biancaneve (fratelli Grimm)

Una regina, ossessionata dalla propria bellezza, consulta ogni mattina uno specchio magico. Quando scopre che la figlia Snow White (Biancaneve) è più bella, ordina al cacciatore di ucciderla. La ragazza fugge nel bosco, trova rifugio con sette nani e vive con loro finché la regina, travestita, le offre una mela avvelenata. Biancaneve cade in un sonno profondo e viene posta in una bara di vetro. Un principe la risveglia accidentalmente, rompendo l’incantesimo. La regina, scoperta al matrimonio, riceve la sua giusta punizione .

 

 

Cefeidi
Sottotitolo: Riflesso di una Star

Luce che pulsa, si espande, si ritrae. Come stelle variabili, anche noi brilliamo a intensità mutevole, sotto lo sguardo implacabile dello specchio. In questa coreografia di Davide Romeo per il corso amatoriale de La Scatola dell’Arte, il movimento diventa orbita emotiva: flussi di energia che raccontano chi siamo, tra picchi e silenzi.

L’intera performance nasce dal vivo, attraverso un set di improvvisazione guidata dalla voce: ogni gesto, ogni traiettoria si genera nell’istante, modellata dall’interazione continua tra il coreografo e i danzatori. Nulla è ripetuto, nulla è identico: solo tracce di luce che emergono e si dissolvono.

Una danza che interroga la nostra capacità di accoglierci: possiamo amare ciò che vediamo riflesso, anche quando la luce vacilla? Possiamo riconoscere la stella, anche nei giorni di penombra?

 

approfondimento:

Le Cefeidi sono stelle variabili la cui luminosità cambia in modo regolare e prevedibile nel tempo. Questa variazione non è casuale: è legata al loro ciclo interno di espansione e contrazione, come un respiro cosmico. Più è luminosa una Cefeide, più lungo è il suo periodo di variazione: una scoperta fondamentale che ha permesso agli astronomi di calcolare le distanze tra le galassie e di comprendere la scala dell’universo.
Margherita Hack, astrofisica e divulgatrice tra le più amate in Italia, ha dedicato parte della sua ricerca proprio allo studio delle Cefeidi e di altre stelle variabili. Per lei, osservare queste pulsazioni era un modo per leggere il tempo e lo spazio, per cogliere le leggi profonde che governano il cielo.
In Cefeidi – Riflesso di una Star, il corpo umano diventa eco di quel battito di luce: una danza che oscilla tra splendore e ombra, tra stabilità e cambiamento. Come le stelle, anche noi brilliamo a fasi alterne — e in quella variabilità, forse, troviamo la nostra verità più sincera.

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A Bocca Chiusa
Sottotitolo: Brama di una voce

Un corpo parla, anche quando la bocca non c’è.
In A Bocca Chiusa, coreografia di Davide Romeo per il corso amatoriale di Lodi Circus, la voce trasforma i volti in superfici mute. Un non silenzio visibile, che rende ancora più vibrante ogni gesto.
Ispirata alla storia di Madama Butterfly, la coreografia celebra la forza silenziosa di chi resta fedele a un ideale, a un’immagine, a una cultura che pretende eleganza, educazione, rinuncia. Ma sotto la bellezza, una tensione incandescente: il desiderio di restare integri, la potenza di una determinazione che non cede, neppure nella sconfitta.
Una danza che abita il paradosso — grazia e dolore, obbedienza e scelta, fragilità e potere — e ci interroga: quante volte conviviamo con tutto questo, senza dire una parola?

 

approfondimento: Madama Butterfly (Puccini, libretto di Illica e Giacosa)

Ambientata a Nagasaki nei primi del Novecento, racconta la giovane geisha Cio‑Cio‑San (Butterfly), che sposa un ufficiale statunitense, Pinkerton, in un matrimonio combinato. Mentre lui lo vive come un gioco temporaneo, lei vi si dedica con fedeltà totale. Quando Pinkerton parte abbandonandola, Cio‑Cio‑San resta convinta del loro amore. Anni dopo lui ritorna, insieme alla moglie americana, per riprendersi il figlio. Di fronte alla realtà, lei si toglie la vita, devastata dal tradimento

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Kitri’s Wind
Brama di una libertà

Una danza che tutti conoscono, ma che qui cambia volto.

In questa rilettura contemporanea firmata da Davide Romeo per il corso amatoriale di Artestudiodanza, giovanissime e talentuose danzatrici abitano le celebri variazioni di Don Chisciotte trasformandole in uno spazio di gioco, complicità e desiderio di libertà. Ma sul loro slancio aleggia una minaccia: le pale di un mulino si muovono incessanti, salendo e scendendo come presenze ingombranti, imprevedibili, pericolose.

Le ragazze danzano, si cercano, ridono — ma devono continuamente schivare, adattarsi, farsi piccole. E nel finale, unite al centro, salutano il pubblico mentre vengono schiacciate da ciò che le sovrasta.

Quel mulino è più di una scenografia: è il peso invisibile delle regole imposte, del giudizio, della paura. È il patriarcato, la vergogna, la norma sociale che impedisce il più semplice dei gesti — divertirsi senza colpa, restare insieme senza paura.

Una coreografia lieve e crudele, come il vento che cambia direzione proprio quando impari a seguirlo.

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approfondimento: Don Quixote – variazioni di Kitri (balletto di Marius Petipa su musiche di Minkus)

Ambientato in tre atti, racconta le avventure del cavaliere idealista Don Quixote della Mancia e del suo scudiero Sancho Panza. Nel primo atto a Siviglia, i giovani Kitri e Basilio sono innamorati ma contrastati dal padre di lei. Don Quixote, in sogno, immagina Kitri come la sua amata ideale Dulcinea. Tra feste, scene di villaggio, danza gitana e la celebre parata con mulini a vento, emerge un inno al sogno romantico e alla forza interiore dei giovani amanti, coronati infine nel matrimonio

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S.A.L.O.M.E.

"Continuai a chiedere a me stesso: «Balla per me», nonostante tutto."

S.A.L.O.M.E. è una discesa. Una spoliazione. Un corpo che si moltiplica per sopravvivere al proprio stesso desiderio.
Sei Salomè, sei incarnazioni di un’identità che si frantuma senza mai perdersi: sei lettere, sei volti, sei danze che convergono verso un unico centro – bruciante, necessario – in cui danzare diventa l’unico modo per esistere.

S.A.L.O.M.E. non cerca redenzione.
È un atto radicale di lucidità.
Un corpo che attraversa i resti del desiderio e li chiama per nome.
Che porta il sé al limite estremo per sfruttare ogni briciola di verità, anche quando fa male.

E forse, alla fine, ciò che resta è solo questo:
continuare a danzare.
Per sé.
Solo per sé.


 

approfondimento:    Salomé – Oscar Wilde

 

Scritta in francese nel 1891 e successivamente tradotta in inglese, Salomé è una tragedia in un atto, potente e visionaria, che rilegge l’episodio biblico della decapitazione di Giovanni il Battista (Giocanaan) in chiave simbolista e decadente.

La scena si apre nella terrazza del palazzo di Erode Antipa, tetrarca di Giudea. Salomè, figlia di Erodiade e figliastra di Erode, è una figura enigmatica, sospesa tra adolescenza e sensualità, desiderio e distruzione. Salomè, figlia di Erodiade e figliastra di Erode Antipa, è affascinata dal profeta prigioniero Giocanaan (Giovanni Battista). La sua voce, il suo corpo, il suo rifiuto la attirano fino all’ossessione. Salomè vuole possedere ciò che le è negato.

A sorvegliarla in silenzio vi è Narraboth, giovane capitano della guardia, innamorato di lei. La guarda, la desidera, la venera. Ma la sua devozione è impotente: quando Salomè si infatua di Giocanaan e ordina che venga tratto dalla cisterna, Narraboth è incapace di opporsi. Di fronte al desiderio cieco di Salomè, si toglie la vita.
Narraboth è il primo sacrificio. Il primo segnale che il desiderio – quando non corrisposto, quando assoluto – può distruggere chi lo contiene in silenzio.

Rimasta sola, Salomè incrocia lo sguardo di Giocanaan, profeta imprigionato nelle segrete del palazzo. Ne rimane ossessionata: attratta dalla sua voce, dalla sua bellezza, dal suo disprezzo. Lui la respinge, maledicendola e rifiutando ogni contatto. Ma Salomè insiste, lo desidera, lo brama, lo vuole.

Durante il banchetto di Erode, questi le chiede di danzare per lui. Dopo un iniziale rifiuto, Salomè acconsente, a patto di ricevere in cambio ciò che desidera. E così esegue la celebre danza dei sette veli, un atto carico di erotismo e ambiguità, che culmina con la sua richiesta: la testa di Giocanaan su un vassoio d’argento.

Nonostante l’orrore e la riluttanza, Erode è costretto a mantenere la promessa. Giocanaan viene decapitato. Salomè prende la testa, la accarezza, le parla, la bacia. In questo gesto estremo si compie l’unione tra desiderio e morte, tra eros e thanatos. Quando Erode assiste alla scena, sconvolto, ordina che Salomè venga uccisa.

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